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Europa '66 | |||||||||
Nel 1966 la Fitarco era una bimba di 5 anni. Alle spalle aveva ben poco come esperienza in campo internazionale: due partecipazioni come Nazionale italiana (Coppa Europa di Parigi 1962 e Campionato del Mondo in Svezia 1965) e le sette edizioni del Torneo Ambrosiano che L’Aba (Associazione balestrieri arcieri) di Milano aveva organizzato con larga partecipazione di squadre estere. L’anno prima il fondatore della Fitarco e primo presidente, Massimiliano Malacrida, aveva passato la mano ad Annibale Guidobono Cavalchini, caro amico e già ambasciatore dell’arcieria italiana nel mondo, conosciuto come “Messieur le Baron” in forza della sua straripannte simpatia e della grande capacità di comunicare.
A quel punto bisognava fare un salto di qualità per entrare a far parte del contesto internazionale di alto livello e per porsi all’attenzione del Coni proprio in vista della prova dimostrativa del nostro sport prevista alle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. L’organizzazione dell’evento venne affidata all’Aba che era anche la società di appartenenza del presidente e, in virtù di un giro diconoscenze, venne scelto come luogo di svolgimento, l’Ippodromo delle Bettole di Varese: questo fu il vero colpo di fortuna! In tutta la mia carriera di dirigente federale e societario non ebbi mai modo di trovare eguale disponibilità di enti pubblici, privati, sportivi, per non parlare poi dello stupendo scenario dell’ippodromo della Città Giardino. Tutti, dai piani alti del Comune, della Camera di Commercio, della Federazione Sport Equestri, sino al personale di campo hanno collaborato con la sincera convinzione di operare per una buona causa. Furono giorni di lavoro intenso e, oltre ai volontari soci dell’Aba, si affiancarono gli amici della C. A. Biancamano, tutti uniti nella comune passione per la Fitarco. Tra questi ricordo Nino Oddo e Pino Colciago che, con un paio di miei soci, trascorsero il Ferragosto a fabbricare bersagli e cavalletti per la gara. All’epoca non esistevano i paglioni e le frecce si fermavano su una specie di torchio di legno e cartone. Colciago stesso, professionista nel campo pubblicitario, creò il logo della Coppa Europa, raffigurando se stesso nell’atto di tirare e curò la parte grafica di inviti e programmi. Con tutte queste premesse il successo fu enorme. Varese accolse le delegazioni estere con tutta la sua professionalità in ambito alberghiero. L’ippodromo si dimostrò quanto di meglio potesse esistere per una gara di Tiro con l’arco di alto livello e la Fitarco, pur con pochi mezzi e pochi volontari, ne uscì trionfante sia come organizzazione che come risultati sportivi: Luigi Fiocchi campione europeo e la squadra italiana prima classificata. Sono passati 38 anni e quasi tutta la mia vita dedicata e da dedicare all’Arco, ma quei due giorni sono stati, personalmente, una molla che mi ha permesso di essere protagonista nell’organizzazione di due Campionati del Mondo, Passariano ‘72 e Punta Ala ‘81 oltre a un incalcolabile numero di Campionati Italiani. Sento enorme gratitudine verso chi ha voluto far rivivere questa importate tappa nel glorioso cammino della Fitaco e far conoscere agli arcieri ogni aspetto positivo delle loro radici e della loro storia, senza la conoscenza della quale ci si può trovare con meno motivazioni e riferimenti per il proprio progresso. Renato Doni guarda le foto - scarica la presentazione (1,5 MB) - scarica il programma originale (1 MB) |
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